25 Aprile 2024 - Il discorso del sindaco di Buccinasco

Pubblicato il 25 aprile 2024 • Comune

Questa mattina davanti al Municipio, in occasione della cerimonia istituzionale per la Festa della Liberazione, il sindaco ha ricordato la Resistenza, i valori dell'Italia liberata dal nazifascismo, l'importanza fondamentale della memoria. Di seguito e in allegato il discorso integrale

Cari cittadini, 

Buon 25 Aprile, buon 79° Anniversario della Liberazione! Viva l’Italia antifascista! 
Viva l’Italia nata dalla Resistenza, nata dall’8 settembre 1943 e di cui celebriamo l’80° anniversario, 80 anni dalle stragi fasciste. 

Ringrazio tutti voi per essere qui oggi presenti, istituzioni e cittadini, la Giunta e i consiglieri comunali, ringrazio don Enrico Porta che ieri ha celebrato la S. Messa in memoria dei Caduti, l’ANPI di Buccinasco sez. Fulvio Formenti (che abbiamo ricordato due giorni fa con la presentazione del libro del figlio Aldo Formenti). Ringrazio i Carabinieri, la Polizia locale e la Protezione Civile, gli Alpini e i Marinai d’Italia, la Banda Civica G. Verdi, le associazioni del territorio, i partiti politici.  
E un pensiero ai giovani e giovanissimi del nostro territorio, che oggi sono qui presenti con Carolina, in rappresentanza del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze che proprio qualche settimana è stato rinnovato, con vere e proprie elezioni tra gli studenti, un piccolo grande esercizio di democrazia, possibile grazie al 25 Aprile
A loro, e a tutti noi, affido le parole di Piero Calamandrei, tra gli artefici della Costituzione italiana. In un famoso discorso del 1955 a un gruppo di giovani studenti a Milano, disse: 
Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. 
Con l’ANPI, che ringrazio di cuore, a maggio andremo in visita al Sacrario di Marzabotto, dove 80 anni fa, nel 1944 fu compiuta la più grande strage nazista. 

Vivere la memoria ci aiuta a comprendere la nostra storia e a costruire insieme un futuro diverso, in cui la libertà e la coesione sociale siano reali
Noi adulti non stiamo dando il buon esempio alle nuove generazioni, troppe le guerre vicino a noi e troppa l’indifferenza con cui la comunità internazionale assiste ai continui massacri. 
Cari giovani, cari ragazzi e cari genitori e nonni: non cadiamo nell’indifferenza, non dobbiamo abituarci alle immagini di guerra, né ai tentativi di privarci della libertà di espressione, ai tentativi di riscrivere la storia
Non rinunciamo alla responsabilità della memoria e della libertà, quella Libertà nata dal 25 Aprile

Nei quasi due anni che intercorsero tra l’armistizio e la Liberazione vi furono oltre 5.600 episodi di violenza omicida compiuti dalle forze naziste e fasciste che portarono alla morte di più di 23 mila persone. Ci furono rastrellamenti, esecuzioni “esemplari”, rappresaglie sui civili, omicidi per motivi razziali avvenuti sul suolo italiano. 
Gli eccidi furono compiuti sia dai reparti nazisti di stanza in Italia sia delle milizie e dalle forze di polizia fasciste. Più della metà delle vittime furono civili uccisi nelle rappresaglie, la parte restante fu composta soprattutto da partigiani attivi nella Resistenza, da esponenti antifascisti, religiosi e militari. E vennero trucidati 1500 bambini e adolescenti. 
Il periodo più tragico per numero e intensità delle violenze fu l’estate del 1944 (80 anni fa) e le regioni che pagarono il maggior tributo di vite furono la Toscana e l’Emilia. Oltre 3 mila persone morirono in esecuzioni individuali, 20 mila in eccidi di massa. Ci furono stragi nelle quali furono massacrati centinaia di civili, arrivando a decimare la popolazione di interi paesi. 
Un esempio su tutti, Marzabotto, dove molti di voi andranno a visitare il Sacrario il prossimo sabato 11 maggio grazie quel nuovo viaggio della memoria organizzato dall’ANPI di Buccinasco, come già ricordato. 

Memoria”. In questo giorno di Festa, la nostra Festa della Liberazione, è necessario – prima di festeggiare – ricordare, restituire alla nostra Storia la Memoria che le si deve. 
Forse oggi chi ci governa pensa di poterla riscrivere la nostra bellissima Storia, la nostra storia sofferta, la nostra storia partigiana, quella che ha generato la Liberazione, la nascita della democrazia e la Costituzione italiana, democratica e antifascista. 
Noi non ve lo permetteremo. La storia non si cambia
L’Italia democratica nata dal 25 Aprile è l’Italia antifascista. Antifascista. 
Non abbiamo paura di usare le parole. L’Italia democratica deve usare le parole e non può accettare che qualcuno metta a tacere la parola altrui. Perché questo è il senso più autentico del 25 Aprile. 

Ed ecco perché celebrare questa giornata ci riempie sempre di grande gioia perché, insieme, nel nostro Paese democratico, ricordiamo la nascita di una nuova Italia, in una festa di tutti gli italiani, tutti gli italiani liberati dal giogo delle dittature. 
L’Italia democratica nasce proprio il 25 aprile quando il nostro Paese viene liberato dal nazi-fascismo, la nostra Italia cresciuta dalle sue radici partigiane, fondate da uomini e donne che combatterono per la loro e per la nostra libertà. 
Cresciuta nei valori della cultura antifascista che si fonda appunto sulla libertà, sull’uguaglianza e sulla democrazia. 
Dal 25 aprile è iniziato il percorso bellissimo che ha portato alle prime elezioni democratiche del 2 giugno 1946 (quanti di noi si sono commossi in modo profondo guardando il film di Paola Cortellesi che, con leggerezza, ha riempito di significato quel giorno così fondamentale per le donne, per la prima volta al voto). Quel giorno gli italiani hanno scelto la Repubblica e con i padri e le madri costituenti ci hanno lasciato in eredità una Costituzione bellissima che ripudia la guerra. 
Ma troppe ancora sono le guerre nel mondo: un’inchiesta pubblicata recentemente dal periodico Vita, conta oggi oltre 50 Paesi nel mondo con indici di conflitto estremi, elevati o turbolenti. In cima alla lista Ucraina, Myanmar, Messico e Palestina. A Gaza in pochi mesi sono morti più bambini che in tutte le guerre nel mondo negli ultimi 4 anni (a marzo 12.300). Oltre 30 mila i morti. 
Abbiamo la “responsabilità” di occuparcene, di chiedere alla comunità internazionale di non abbandonare quelle popolazioni. 

E noi, nella nostra Italia, a Buccinasco, abbiamo il dovere di custodire ogni giorno, con le nostre azioni, quei valori bellissimi che abbiamo ereditato dal 25 Aprile. Significa rispettare le regole, non cercare privilegi e scorciatoie, combattere le mafie, la violenza sulle donne, i bulli, le ingiustizie. Difendere il territorio e prendercene cura. 
E da questo luogo, da questa nostra celebrazione, giunga l’appello della nostra comunità rivolto a tutte le forze politiche del pianeta affinché, attraverso la mediazione, la diplomazia, il dialogo si ponga fine alle guerre in nome della pace e a difesa della dignità di ogni essere umano

Non voltiamoci dall’altra parte, riconosciamoci e uniamoci nei valori sanciti dalla nostra Costituzione, nata proprio da quel 25 aprile 1945, figlia della Resistenza. 

Il 25 Aprile è una data simbolo della lotta partigiana, che è stata lotta di tutti (tra i partigiani c’erano comunisti, democristiani, liberali, socialisti). È la nostra Festa, la Festa degli italiani e la consegniamo con i suoi valori ai cittadini del futuro. 

Viva la Resistenza, viva il 25 Aprile, viva la Repubblica Italiana!

25 aprile_Consegna Premio Castellum

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